Cibo e Sapori

In Toscana nasce una scuola per chef contadini

Un progetto educativo coniuga gastronomia, agricoltura e sostenibilità formando una nuova generazione di cuochi rurali.

Pubblicato il: 22 July 2025

A cura di Fabio Pellegrini

In Toscana nasce una scuola per chef contadini

In un antico podere tra le colline della Val d’Orcia è nata la prima scuola per “chef contadini” in Italia. Il progetto, chiamato “Cucina Terra Viva”, fonde agricoltura biologica e alta cucina, con l’obiettivo di formare professionisti in grado di coltivare, raccogliere e cucinare secondo i principi della sostenibilità.

La scuola è frutto di una collaborazione tra Slow Food, l’Università di Firenze e una cooperativa agricola locale. Il programma formativo prevede moduli su orticoltura, trasformazione alimentare, cucina stagionale, fermentazioni naturali e gestione ecologica di una piccola azienda agricola.

I partecipanti, provenienti da tutta Italia, vivono in una struttura autosufficiente alimentata da pannelli solari e dotata di una cucina-laboratorio professionale. Il corso dura otto mesi e termina con un tirocinio in agriturismi, ristoranti o aziende agricole partner del progetto.

“Il nostro obiettivo è creare una nuova figura professionale, capace di valorizzare il territorio attraverso il cibo e il lavoro della terra,” spiega il coordinatore del progetto, Matteo Corsini. “Vogliamo riportare la cucina alle sue radici contadine senza rinunciare alla qualità gastronomica.”

Oltre alla formazione tecnica, grande spazio viene dato alla cultura del cibo e alla narrazione. Gli studenti documentano ogni fase del percorso con diari, foto e ricette che confluiranno in una pubblicazione collettiva al termine del corso.

Il progetto ha ricevuto finanziamenti dalla Regione Toscana e fondi europei per lo sviluppo rurale. È previsto anche il coinvolgimento di scuole alberghiere e istituti agrari interessati a replicare il modello in altre zone d’Italia.

Cucina Terra Viva rappresenta una risposta concreta alla crisi dell’agricoltura giovanile e alla carenza di figure qualificate nella ristorazione rurale. Un modo per unire innovazione, tradizione e passione, coltivando cibo e saperi nello stesso terreno.