Cultura e Idee

La riscoperta dei dialetti italiani nelle scuole

Progetti educativi in Lombardia e Basilicata promuovono l’insegnamento delle lingue regionali come parte del patrimonio culturale.

Pubblicato il: 16 July 2025

A cura di Matteo De Santis

La riscoperta dei dialetti italiani nelle scuole

Negli ultimi anni, diverse scuole italiane hanno avviato progetti per valorizzare i dialetti locali, riscoprendo così una parte fondamentale del patrimonio culturale nazionale. In Lombardia e Basilicata, in particolare, alcune scuole primarie e secondarie hanno introdotto moduli dedicati alla storia, alla fonetica e alla letteratura orale in dialetto.

L’iniziativa, sostenuta da enti locali e università, mira a contrastare l’omologazione linguistica e a promuovere l’identità territoriale tra le nuove generazioni. “Non si tratta di sostituire l’italiano,” precisa la professoressa Lucia Rinaldi, docente a Bergamo, “ma di far conoscere ai ragazzi le radici linguistiche delle loro famiglie.”

A Milano, il liceo artistico Caravaggio ha ospitato laboratori di teatro in milanese, coinvolgendo attori locali e linguisti. Gli studenti hanno adattato testi classici della tradizione orale per rappresentazioni scolastiche che hanno attirato l’interesse del quartiere.

In Basilicata, il progetto 'Radici Vocali' ha portato in classe anziani del paese che raccontano storie, proverbi e filastrocche in dialetto lucano. Gli studenti registrano, trascrivono e analizzano i racconti, lavorando poi su traduzioni e illustrazioni.

La reintroduzione dei dialetti è anche un modo per favorire l’inclusione di studenti stranieri. “Molti ragazzi si rendono conto che in Italia esistono molte lingue, non solo l’italiano standard,” spiega l’educatrice Mariangela D’Errico. “Questo li aiuta a sentirsi meno isolati con le loro lingue d’origine.”

Dal punto di vista didattico, i dialetti offrono un terreno fertile per esplorare la linguistica storica, le variazioni fonetiche e le influenze del latino, del greco e di altre lingue antiche sulle parlate locali.

In alcuni casi, i progetti coinvolgono anche la musica: gruppi di studenti compongono canzoni in dialetto, recuperando melodie popolari e riscrivendole in chiave contemporanea. L’esperimento ha riscosso successo su piattaforme come YouTube e Spotify.

I presidi delle scuole partecipanti sottolineano come questi laboratori favoriscano la socialità e l’autostima. “I ragazzi si sentono protagonisti di qualcosa che appartiene davvero a loro, alla loro terra e ai loro nonni,” commenta il dirigente scolastico di Potenza.

Non mancano però le critiche: alcuni genitori temono che l’uso dei dialetti possa confondere i bambini o rallentare l’apprendimento dell’italiano. Gli insegnanti rispondono sottolineando che l’approccio è ludico, affiancato al programma ministeriale tradizionale.

Il Ministero dell’Istruzione ha avviato una valutazione pilota dei risultati in vista di un possibile ampliamento del progetto su scala nazionale. Le prime analisi mostrano un incremento nella partecipazione scolastica e nell’interesse per la storia locale.

Anche alcune università stanno offrendo corsi di specializzazione per insegnanti interessati a integrare i dialetti nella didattica. A Pavia, ad esempio, è nato un master in “Linguaggi locali e didattica inclusiva.”

L’Italia, pur essendo uno Stato unitario da oltre 160 anni, continua a custodire una straordinaria varietà linguistica. Il recupero dei dialetti nelle scuole non è solo un atto culturale, ma anche un gesto di apertura verso una pluralità di identità.

Se questi progetti continueranno a crescere, i dialetti potranno tornare a essere parte viva del panorama educativo, non come reliquie folcloristiche, ma come strumenti per comprendere meglio sé stessi e il mondo che ci circonda.