Ambiente e Sostenibilità
Venezia sperimenta le barriere mobili anti-alta marea 2.0
Un nuovo sistema automatizzato punta a migliorare il funzionamento del MOSE durante i picchi eccezionali.
Pubblicato il: 24 July 2025
A cura di Alessandra Valli

Venezia ha avviato la sperimentazione di una nuova generazione di barriere mobili anti-alta marea, un’evoluzione del sistema MOSE che punta a una maggiore efficienza e reattività durante le emergenze meteorologiche. Le nuove paratoie, denominate MOSE 2.0, sono dotate di sensori intelligenti e sistemi di attivazione automatica.
L’aggiornamento è stato necessario dopo alcuni episodi in cui il sistema originale ha mostrato limiti operativi, soprattutto in condizioni di vento improvviso o onde di piena non previste. I nuovi moduli, più leggeri e flessibili, sono in grado di attivarsi in soli 15 minuti, riducendo drasticamente i tempi di risposta.
Il test si è svolto nel bacino di San Marco e ha coinvolto squadre tecniche dell’Autorità Portuale, ingegneri dell’Università di Padova e operatori della protezione civile. Le prime simulazioni hanno mostrato risultati incoraggianti, con un’efficace protezione dell’area urbana anche in scenari estremi.
Uno degli elementi innovativi è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per l’analisi dei dati meteorologici in tempo reale. Il sistema elabora le informazioni provenienti da stazioni meteo, mareografi e satelliti, suggerendo l’attivazione preventiva delle barriere in base a scenari predittivi.
“È una rivoluzione per la difesa idraulica della città,” ha dichiarato l’ingegner Giovanni Rizzo, responsabile del progetto. “Non ci affidiamo più solo all’intervento umano, ma ad algoritmi che apprendono e si adattano alle dinamiche marine.”
Parallelamente è stata avviata una campagna di trasparenza: una piattaforma online fornisce aggiornamenti in tempo reale sull’attivazione delle paratoie, i livelli di marea e i dati ambientali. I cittadini possono così seguire l’andamento del sistema e ricevere notifiche di allerta.
Il progetto MOSE 2.0 ha ricevuto finanziamenti europei nell’ambito del programma Horizon Adaptation e rappresenta un caso studio a livello internazionale per la gestione del rischio idrico nelle città costiere.
Le associazioni ambientaliste, inizialmente critiche verso il progetto originale, hanno accolto positivamente la nuova versione, che prevede minore impatto ambientale e maggiori controlli sull’ecosistema lagunare.
Gli esperti sottolineano che il successo del sistema dipenderà anche dalla manutenzione continua e dall’aggiornamento costante delle tecnologie, in un contesto di cambiamento climatico sempre più rapido e imprevedibile.
Le autorità veneziane stanno inoltre valutando l’estensione del sistema a zone lagunari finora escluse, come Chioggia e Lido, per garantire una protezione completa e coordinata dell’intero bacino.
La speranza è che MOSE 2.0 non solo protegga Venezia, ma diventi un esempio per altre città del mondo minacciate dall’innalzamento dei mari, dimostrando che l’innovazione può convivere con la tutela del patrimonio storico.