Tecnologia e Innovazione
Start-up romana sviluppa pannelli solari trasparenti per edifici storici
Una giovane impresa di Roma ha presentato una tecnologia innovativa che consente di installare pannelli solari su monumenti senza comprometterne l’estetica.
Pubblicato il: 01 August 2025
A cura di Lorenzo Marchetti

Una giovane start-up con sede a Roma ha recentemente attirato l’attenzione del settore energetico e architettonico grazie allo sviluppo di pannelli solari trasparenti, progettati specificamente per l'integrazione su edifici storici. L’iniziativa mira a coniugare innovazione tecnologica e tutela del patrimonio architettonico italiano.
Fondata da un gruppo di ingegneri under 35, la società ha brevettato una tecnologia fotovoltaica che consente di generare energia mantenendo la trasparenza visiva del vetro. Questo permette l’applicazione su finestre, tetti in vetro e facciate senza alterare l’aspetto originale dell’edificio.
Il progetto ha suscitato l’interesse della Sovrintendenza Capitolina, che ha avviato una collaborazione per testare i pannelli su strutture vincolate nel centro storico di Roma. Una delle prime installazioni è prevista in un’ala secondaria del complesso di Palazzo Braschi, vicino a Piazza Navona.
“Abbiamo lavorato a lungo per creare un prodotto che rispettasse l’estetica urbana, soprattutto in una città come Roma, dove ogni angolo ha un valore storico,” afferma Serena Bassi, co-fondatrice della start-up. “Il nostro obiettivo è unire sostenibilità ed eleganza.”
I pannelli, realizzati in silicio amorfo ultra sottile, hanno un’efficienza energetica leggermente inferiore rispetto ai pannelli standard, ma la loro adattabilità architettonica li rende ideali per contesti urbani protetti. Possono essere integrati nei vetri esistenti o installati come nuove superfici.
Dal punto di vista normativo, il progetto rappresenta una novità anche per gli enti pubblici. “È un banco di prova interessante per valutare come innovazione e normativa possano dialogare,” spiega l’architetto Elena Caruso, consulente del Ministero della Cultura.
L’impianto pilota fornirà energia sufficiente per alimentare parte dell’illuminazione interna e delle postazioni informatiche del museo. I dati raccolti nei prossimi 12 mesi serviranno a valutare la possibilità di estendere l’uso della tecnologia ad altri siti storici.
Oltre all’ambito museale, l’azienda punta anche ad applicazioni in strutture ricettive e biblioteche pubbliche, luoghi dove la sostenibilità energetica è un obiettivo strategico ma spesso ostacolato dai vincoli edilizi.
La start-up ha già ricevuto un primo finanziamento da un fondo europeo per la transizione ecologica e sta cercando partner industriali per la produzione su scala. Le trattative con alcune aziende del settore edilizio e vetrario sono già in corso.
Secondo l’ENEA, questo tipo di innovazioni rientrano pienamente negli obiettivi del Green Deal europeo. “Favorire soluzioni tecnologiche compatibili con il paesaggio e la storia italiana è fondamentale per una transizione veramente sostenibile,” afferma un portavoce dell’agenzia.
Anche l’opinione pubblica sembra favorevole. Un sondaggio condotto tra i residenti del centro storico di Roma mostra che oltre il 70% sarebbe favorevole all’adozione di tecnologie verdi purché non alterino l’aspetto dei palazzi storici.
Se i risultati del progetto pilota saranno positivi, si aprirà una nuova fase per l’efficienza energetica nei centri urbani storici italiani, spesso esclusi dalle rivoluzioni green per motivi legati alla tutela del patrimonio architettonico.